Il linguaggio non verbale
Il linguaggio non verbale, cioè quello espresso dal nostro corpo, dalle nostre posture, rappresenta per il cane, acuto osservatore, la più importante forma di comunicazione sincera e reale.
Il cane non solo è in grado di studiare attentamente il nostro volto ma anche di decodificare tutte le variazioni impercettibili che i nostri occhi, bocca e sopracciglia producono al variare del nostro umore e stato d’animo.
Se la voce è gentile ma il nostro volto esprime rabbia, il cane non si avvicinerà a noi e se sarà costretto a farlo mostrerà fino in fondo il suo disagio.
Il nostro corpo e le posizioni che assumiamo a seconda dell’umore rappresentano un libro aperto per il cane che fin da cucciolo impara a leggere e capire e quindi a reagire di conseguenza.
Pararsi di fronte a un cane, stando con le spalle erette o peggio ancora proiettate in avanti, collo rigido e busto dritto può rappresentare per lui una sfida alla quale rispondere o dalla quale fuggire, al contrario andare incontro ad un cane facendo un piccolo semicerchio e magari girando lievemente la testa di lato viene interpretato da lui in modo amichevole.
L’orientamento del corpo, così come quello dello sguardo aiutano il cane a comprendere quale direzione cerchiamo di comunicargli affinché ci possa seguire … un segnale posturale di richiamo efficace è quello di andare nella direzione opposta in cui si trova il cane per segnalargli che vogliamo che venga da noi; quindi ci segua…
La consapevolezza che non può esistere una relazione tra uomo e cane senza una chiara comunicazione, che permetta da un lato di decodificare in maniera univoca gli atteggiamenti fisici del cane associandoli ai suoi stati d’animo, e dall’altro di esplicitare come il cane legge le nostre posture e mimiche del volto, mi ha portato a chiedere ad una disegnatrice professionista di illustrare i vari stati d’animo mettendo in parallelo l’uomo ed il cane.